DEDICATO A TE, CHE SEI TRA LE PERSONE CHE MI HANNO INSEGNATO A VOLARE
Ti avviso subito. Non è un articolo allegro. Se non ne hai voglia mollalo pure senza tanti ripensamenti. Riguarda la perdita di un amico. Riguarda l’incredulità di quando ami fare quello che fai e di quando quello che fai si porta via qualcuno di caro.
Può succedere sciando, anche quando piloti auto velocissime. Può succedere persino pescando. Può succedere quando solchi l’aria. Come facciamo noi paracadutisti quando ci lanciamo da un aereo.
Siamo consapevoli di questo. Lo facciamo perché ci piace. Lo facciamo perché vogliamo. Lo facciamo perché VOLIAMO.
Michael Schumacher col mio “gemello” Frank Täsler a Dubai 🙂
Rendendomi conto di ciò, voglio godermi le persone a cui voglio bene.
Senza più perdere un solo secondo.
Sono i giorni del ponte di Genova. Delle persone “sorprese” in Calabria mentre semplicemente passeggiavano. Di un fulmine a ciel sereno come è avvenuto per il nostro amico.
Si tratta di un destino “predestinato”. Si tratta di libero arbitrio.
Non esiste o una o l’altra cosa. Non esiste l’esclusione.
Lo sforzo che l’uomo dovrebbe fare per carpire e forgiare la propria esistenza in questo mondo possibilmente plasmando la realtà è – credo – questo:
abbiamo la possibilità e la responsabilità di agire e scegliere continuamente. Ogni minuto che passa della nostra esistenza, stiamo compiendo volontariamente o involontariamente delle scelte come, ad esempio, essere felici o non esserlo, circondarci di persone che amiamo o che non amiamo, fare cose che ci piace fare o fare cose che non ci piacciono.
Quando si sta per decollare, a volte, si è un po’ felici….
Siamo qui per creare permettendoci di essere chi siamo e permettendo agli altri di esistere nel rispetto [oltre che, possibilmente, di noi stessi] del fatto di essere qui al pari di noi.
In caso accada qualcosa di improvviso e inaspettato non ha molto senso darsi troppe spiegazioni, bisogna continuare nel proprio percorso di crescita ed evoluzione e accettare che esista un disegno più grande che vive a prescindere da noi ove però il nostro contributo è reale e necessario. Anche se è difficilissimo.
Si tratta di predestinazione e di libero arbitrio? Dicevamo. O di pura e semplice casualità, come passare sopra a un ponte a una certa ora di un certo giorno.
Predestinazione, quindi?
O di una tragica fatalità, come accaduto a un professionista, uno esperto, uno bravo, uno ligio, uno organizzato, uno preciso, risoluto, oltre che buono, gentile.
Sorridente.
Uno dei più bravi e compiuti paracadutisti che io abbia mai conosciuto se ne è andato. Ci rimane il suo ricordo. Il suo esempio.
Non possiamo darci però alcuna risposta a riguardo.
Il richiamo dell’aria e la voglia che mi viene di saltarci fuori ogni volta che vedo un velivolo volare fa parte della natura di quegli spiriti che non smorzi, non li tieni fermi in un insieme di molecole di carne e materia solo per stare tranquilli perché così è meno pericoloso.
Il richiamo del cielo. Io ti auguro tu adesso stia volando felice.
La cosa più sensata che mi viene da dire è che siamo stati fortunati ad averti incontrato. Una stella meravigliosa, un’anima dolce e sorridente. La tua voce calma e rassicurante.
Lui ha dato un pezzetto di sé a tutti. Ed è stato molto più di quanto noi potessimo dare a lui. Un angelo vero nelle sembianze di un uomo.
OK.. e ora che facciamo? Quello che farebbe lui.
Daremmo sicurezza.
Parleremmo con calma e risolutezza.
Daremmo il cinque facendo sentire importante chi abbiamo di fronte e non temendo che questo qualcuno possa in qualche modo superarci.
Continueremmo a fare quello che stiamo facendo con dedizione, oculatezza, amore.
..sorrideremmo.
Sorridiamo alla vita. Sorridiamo alle cose. Sorridiamo agli eventi, alle persone.
Le persone che ami si preoccupano per te. E si fidano di te.
Io non so perché sia andata così ma non ho e non devo e non voglio avere la presunzione di capire. O di sapere. Ma ho la fede di CREDERE che siamo anime vestite da esseri umani. Senz’anima, siamo letteralmente inanimati. È tutto spirito quello che ci muove.
E che in qualche modo persino scegliamo di essere qui per fare quello che facciamo, per vivere quello che viviamo, per essere quello che siamo.
Ecco perché è così fondamentale permetterci di essere e permettere agli altri di essere.
Torneremo alla routine e lui sarà un esempio.
Siamo tutti esseri umani e lo siamo accomunati da questa cosa che ci lega che non è uno sport, non è una passione solamente. È una famiglia.
Presto l’amarezza, lo sgomento, la delusione, la sofferenza, il dispiacere, l’incredulità lasceranno spazio a qualcos’altro. Non so cosa. Ma questo sì, dipenderà da noi. Per chi riesce in qualche modo a guardarsi dentro. Chi riesce a guardarsi dentro spesso è chi soffre un po’ più degli altri. Ma è un po’ la nostra condizione di esseri umani, no?
Tutto ciò a cui diamo eccessiva importanza sembra che debba in qualche modo esserci tolto.
È incredibile.
Ma serve anche per trarre giovamento dall’esperienza. Benché sia difficile da accettare.
Siamo esseri umani, appunto.. di carne, deboli e forti allo stesso tempo.
Noi tutti siamo stati toccati ognuno a proprio modo da questo essere meraviglioso. Corrado. Non serve capire, basta sapere e credere che prima o poi lo re-incontreremo. In un posto ancora poi bello che il cielo, che già è bello di suo.
Scoprire quale sia il nostro ruolo per noi e per gli altri. Il nostro compito anche tramite il nostro libero arbitrio. A prescindere da qualsiasi predestinazione di sorta. Forse quello è il nostro scopo qui.
Anche perché sapessimo già tutto.. sarebbe già tutto fatto. E invece non è affatto così. C’è un processo di mezzo.. è il gusto della scoperta.
Il prossimo lancio non solo sarà dedicato a te. Farò il mio lancio con ancora più gusto, grinta e voglia di CIELO, di aria e di LIBERTÀ.
Il tuo meraviglioso sorriso in uscita, al mio terzo lancio. Mi hai fatto innamorare di questo sport grazie anche a quanto fossi bravo a far sentire a tuo agio un allievo che sta per affrontare un salto da 4000 metri nelle sue prime volte
Dedicato a te, Corrado, che sei tra le persone che mi hanno insegnato a volare.
PS: questo articolo è stato scritto in onore e in seguito alla prematura scomparsa di un istruttore di paracadutismo di Verona, con all’attivo oltre 5300 lanci. Un amico. E non solo era un esperto, Corrado: era una persona precisa, seria, meticolosa, ligia al dovere e al controllo di ogni rischio in ogni sua fase e procedura. Un pilota tandem di grande esperienza. Un istruttore AFF [Accelerated Free Fall – il corso che ti permette di diventare paracadutista in sette livelli] dalle grandi abilità. Ricordo qui la meraviglia che si prova nell’imparare e nell’acquisire competenze in aria. Che poi, in qualche modo, servono nella vita.
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ogni commento sarebbe superfluo.
Articolo bellissimo, perfetto così.
tutti zitti.