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I GIARDINI DI MARZO

I GIARDINI DI MARZO

#281

Stamattina, dal nulla, mi sono svegliato con le parole di MOGOL cantate da Lucio Battisti. Mi riecheggiavano nella testa, arrivate da sole.

Giuro:

erano anni che non ascoltavo questa magnifica canzone – che è una vera e propria poesia:

I GIARDINI DI MARZO.

E non l’ho pure sentita in radio o da nessun’altra parte.

Anzi: sono andato a letto con Shine on you Crazy Diamond, tutte le parti comprese e 25 minuti di pezzo dei Pink Floyd dedicato al diamante pazzo Syd Barrett.

Quando mi succedono queste cose, è come se abbia da intendere di coglierne il messaggio.

Fiumi azzurri e colline e praterie
Dove corrono dolcissime le mie malinconie
L’universo trova spazio dentro me

Questi giardini sono di febbraio – benché marzo sia ormai alle porte – e sono meravigliosi.

Le mie mani, come vedi, non tremano più
E ho nell’anima, in fondo all’anima
Cieli immensi e immenso amore

PACE SIA IN TUTTO IL PIANETA

Sia facilitazione per tutti.

Testo tratto da: I giardini di marzo

Album: Umanamente Uomo: Il Sogno (1972)

DA WIKIPEDIA: I giardini di marzo è uno dei brani più noti di Lucio Battisti e di tutta la musica leggera italiana. Il testo, scritto da Mogol in chiave autobiografica, parla degli anni della sua infanzia nel dopoguerra, tra povertà e difficoltà familiari ed esistenziali.

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Leonardo Aldegheri
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