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I TRE SETACCI

I TRE SETACCI

#203

Ci sono a volte quelle sensazioni per cui si capisce che ci si trova in un buon momento. Arriva qualcosa e te ne rendi conto. Lo sai. Non è che te lo spieghi razionalmente.

RAZIONALITÀ

Mi sono fatto un’idea sulla razionalità e su quanto questa a volte venga spacciata come l’unica vera verità mentre gli altri che non sono (sarebbero) razionali, allora sono (sarebbero) poco concreti.

Sempre ovviamente con una buona dose di giudizio e denigrazione mirata all’identità della persona.

Allora, svelo una verità vera (mi si conceda l’ironia): si può anche avere una diversa gradazione di razionalità ed essere concreti lo stesso, toh guarda!

Non sempre la razionalità è bene.

La razionalità, usata in maniera inappropriata, è l’arma della non consapevolezza per far vedere che le cose vengono fatte nella maniera giusta in mancanza di altro.

In pratica: ti manca totalmente la bussola e non sai dove andare?

Quindi usi il raziocinio perché mancando di sensibilità non sapresti che pesci pigliare.

Non ci sarebbe nulla di male in questo SE non si facessero passare le persone (strumentalmente) per poco preparate, soltanto perché “nel giusto” tu in quanto solo tu razionale.

Razionalità e consapevolezza, ad ogni modo, non sono agli antipodi. Stavo per scrivere:

  • preferisco essere consapevole che razionale.
PENSIERI STRAORDINARI – Alessandro Mora e Roberta Liguori – EKIS Edizioni

Non c’è nessuna scelta tra l’essere:

  • l’uno

O

  • l’altro.

Perché O – O è una grande BALLA.

E – E: esistono, possono coesistere e andare PURE d’accordo.

Personalmente sono entrambi ovvero mi rendo conto di usare entrambi i modi di approcciare le cose a seconda della necessità, sapendo in ogni caso che la consapevolezza è una costante.. che va anche imparata per stare nella presenza.

Essere presenti a se stessi prescinde dall’assumere un comportamento razionale e fare le cose razionalmente.

Razionale = “a razione” cioè razionato. Cioè al minimo, cioè condizionato al minimo indispensabile.

In pratica, “in catene”. Infatti.

(Così non cresci mai.. shh, lo dico sottovoce).

Serve energia per fare le cose.

La consapevolezza usa la razionalità ma non raziona al minimo.

Distribuisce il giusto, senza spreco.

E la giusta responsabilità, a seconda del merito e delle qualità. Che si possono guadagnare in qualsiasi momento con i comportamenti.

Ecco, una cosa MOLTO irrazionale è confondere il comportamento con l’identità:

ridurre l’essere al giudizio connotando il comportamento per irrazionale come identità della persona marcandola con il timbro di “sbagliato”, ignora e porta in ombra le qualità della persona.

Sarebbe meraviglioso poter setacciare tutto questo lasciando soltanto la parte pulita, quella libera dai pregiudizi e dai fantasmi, lasciando andare e cercando, consapevolmente, la reciproca comprensione.

E stando sempre ben attenti a come si fa a parlare di terzi in loro assenza.

Quando ci si trova (o ci si predispone) in uno stato dell’essere in cui vige la pulizia e non il condizionamento, nuove porte si aprono come risultato della qualità di pensiero.

La consapevolezza, non il razionamento, consente l’opportunità di osservare i pensieri presentando davanti a se le proprie possibili creazioni.

Lasciare andare, per l’appunto, lasciare andare il vecchio per fare spazio al nuovo affinché il nuovo sostituisca il vecchio (non più trattenuto, non più ancorato e condizionato, ora liberato e lasciato libero), in piena armonia.

C’è questo libro che meriterebbe di essere letto dai 7 miliardi di persone che popolano il pianeta: PENSIERI STRAORDINARI, che riporta la storia attribuita al filosofo dell’antica Grecia Socrate:

  • Quello che vuoi dire è VERO?
  • È BUONO?
  • È UTILE?

Non è razionale, attenzione:..

PENSIERI STRAORDINARI – Alessandro Mora e Roberta Liguori – EKIS Edizioni

È “soltanto” straordinario.

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Leonardo Aldegheri
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