La straordinaria e incredibile vita di Jim Morrison
La straordinaria e incredibile vita di Jim Morrison, condensata in 56 mesi di Doors.
Nella bellezza e nelle contraddizioni degli anni ’60 – anni che hanno cambiato per sempre il corso della storia e dell’atteggiamento alla libertà delle persone – l’epopea della Rockstar la cui anima ha acceso la verve della sintesi e velocità “dell’uso intenso” della vita, consacrandola alle parole simboliste di un poeta che ancora oggi ispira a sognare le anime “mortali”.
Vendendo (oggi) un milione di dischi l’anno.
Morrison non è morto a 27 anni, ma al sesto anno di celebrità.
Sei anni nei quali ha dato tutto sé stesso attraverso la sua anima tormentata e in pena, nel lasco veramente di una manciata di anni.

Dai 21 ai 27 sono “solo” stati la coda della stella cadente.
E oggi tutti ne ammirano ancora il cielo illuminato.
Personaggi così hanno la prerogativa – oltre ad avere vite pazzesche e “da film” – di saper trasformare ciò che vivono e sentono in messaggi “potenzia(n)ti” dalle sonorità di musica stellare, cosmica.
E di moltiplicarla per milioni di persone che ne vengono investite.
Come la catapultassero da chissà dove a qui, per chissà quale motivo.
Ma quel motivo lo sai dopo, molto dopo.
Fatto sta che da quei "movimenti" di quegli anni, viviamo il mondo di oggi.

Perché ciò che viviamo oggi è comunque influenzato anche da quello:
Vietnam, Nixon, lotte studentesche, guerra fredda, assassinio Kennedy, uso spasmodico di droghe per conoscere la “verità” e la “libertà“, musica psichedelica, Hendrix, Beatles, Pink Floyd, esplosione economica, minigonna, libertà sessuale e di espressione, nel bene e nel male.
Come se la musica fosse solo il mezzo per lasciar illuminare il cielo della notte da queste meteore che lo illuminano a giorno.
Per poi tornare nell’olimpo degli dei.
Il documentario perfetto per una domenica alternativa.
E subito dopo, tocca a Bohemian Rhapsody 🤩
La musica, una costante. Sempre. When you’re strange.
PS: la libertà di potersi esprimere ha senso a prescindere dall’esito della propria espressione. Per ciò, sono sostenitore del libero essere.
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Sono un imprenditore che ha a cuore la responsabilità non solo d’impresa ma anche di quella legata al ruolo sociale dell’imprenditore.
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Leonardo Aldegheri
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