NON AVREMMO MAI PENSATO DI..
#247
Ho sempre sognato di lavorare in pubblicità, in un’altra vita.
Vengo dalle Relazioni Pubbliche e testimoniare con ardore quello che si fa è uno dei migliori mezzi di comunicazione di sempre. Non è pubblicità, non è promozione. Non è vendita. È TESTIMONIANZA.
Cioè: “faccio esperienza di una cosa, l’ho autenticamente apprezzata e lo dico“.
È quello che..
gli anglosassoni chiamano endorsement e quando suonavo la batteria e mi sfogliavo i cataloghi della TAMA, della YAMAHA, etc. e vedevo questi batteristi famosissimi che si prestavano a fare vedere che loro suonavano quella data batteria (ad es. Larry Mullen JR degli U2 con la YAMAHA, Chad Smith dei Red Hot Chili Peppers e Chris Slade degli AC/DC con la Pearl, etc.).


(A sinistra sono con Chad Smith, a destra con Luca Carboni)
Semplice, quasi BANALE.
Da noi, un esempio internazionale è il buon Renzo Rosso in foto con Madonna che indossa una maglietta della Diesel.
Il grande testimone fa da traino.
A volte succede che elementi di pubblicità possano essere coniugati all’editoria. Purché in maniera opportuna. E con un senso che non sia commerciale ma di più largo respiro, di maggiore impatto sulle coscienze.
L’editoria è un settore molto conservativo e il libro, sostanzialmente, è immutato da secoli.
Provi a fare il libro in fibra di carbonio? Non te lo comprano perché va fatto di carta, nel senso.
Lo fai con la realtà aumentata? Non lo comprano perché non è più un libro ma qualcosa di diverso.
Fai un’app per bambini per iPad? Non la comprano perché è più un videogioco ed è un’altra cosa.
UN LIBRO È UN LIBRO ed è fantastico per questo.
Non lo devi attaccare alla spina, non ha bisogno di continui aggiornamenti.. insomma, è ANALOGICO.
Come noi, come le persone.
Beh, nelle ultime settimane gira uno strano claim:
NON AVREMMO MAI FATTO DI CHIEDERVI UNA COSA DEL GENERE.
E su LinkedIn, un canale serio e orientato alla professionalità, si sono moltiplicati in un susseguirsi più rivolto al giocoso che al promozionale pure altri esempi interessanti basati sulla locandina del Burger King.
Burger King ha dato avvio a una campagna davvero coi controfiocchi e vincente.
Durex ha seguito. E altri. In questi giorni fa sorridere il traino anche del fenomeno scarpe da ginnastica della LIDL, giusto per fare un esempio.

Sono cose simpatiche, ma serie.
E OCCORRE CONTINUAMENTE GUARDARSI ATTORNO per vedere cosa sta succedendo nel mondo per caprine, a volte, gli stretti anfratti in cui si riferisce il senso (anche ironico) che sta dietro a determinate scelte di marketing.
A volte occorre essere proprio matti ad avere idee controintuitive che possono FARE la differenza, non è vero?
Dire VAI DA UN ALTRO, non è esattamente così facile. C’è un moto allo stomaco che ti dice: ma cosa stai minchia dicendo??
Che cos’è la competizione? Togliere all’altro per avere noi una piccola parte? Basta, proviamo a cambiare paradigma, per favore.
E se fosse che la vera competizione è dare all’altro così ne beneficiamo tutti?
Poi vabbè, nell’ottica della paura di impoverirsi ci si va a finire dritti..
Vorrei dire una cosa:
la campagna di Burger King è ben congegnata e non è casuale. Ha avuto un ritorno di immagine semplicemente esponenziale.
Le persone capiscono il senso che c’è dietro e premiamo il gesto (non tutte ovviamente ma questo viene messo in conto).

La domanda è: andranno veramente da McDonald?

La domanda è: si “arrangeranno” veramente?

La domanda è: andranno veramente dal cugino?

La domanda è: stamperanno veramente altrove? O preferiranno comunque comprare un libro aiutando una libreria, un piccolo esercente, una piccola industria tipografica e un piccolo editore?
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Leonardo Aldegheri
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