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SVILUPPARE, PROGETTARE, COSTRUIRE, SOGNARE, REALIZZARE: I MIEI VERBI PREFERITI

SVILUPPARE, PROGETTARE, COSTRUIRE, SOGNARE, REALIZZARE: I MIEI VERBI PREFERITI

#217

Sembra veramente incredibile quanto possano essere varie le visioni delle persone.

La stessa cosa può essere vista davvero in mille modi differenti. È lì che nascono le incomprensioni. Ci sono persone che si fanno dei film incredibili, portate a pensare determinate cose che appaiono nella loro testa facendo in modo di credere che siano reali.

Infatti, per loro sono reali. E sono reali fintantoché si concede si possano materializzare nella realtà dei fatti oggettivi.

Poi si aggregano altre persone di simile estrazione attitudinale e i film vengono condivisi e arricchiti implementando la sceneggiatura, arricchendola, sviluppandola secondo un modo affine di vedere le cose.

Una sceneggiatura finale che crea emozioni tra coloro che ne fanno parte perché sono alimentati di questo. Si nutrono di questo.

VOGLIONO questo perché questo in qualche modo le nutre.

È veramente interessante.

Bisognerebbe capire cosa significhi REALTÀ e realtà per loro perché non sono la stessa cosa.

La realtà, per quanto sto apprendendo nella mia esperienza di vita, semplicemente, non esiste. Almeno non esiste nella forma univoca per tutti che si crede. Esiste una realtà dei fatti che sono le cose che si concretano ma, di fatto..

Esistono più realtà continuamente cangianti e spesso intrecciate ove ognuno pretende che la SUA realtà sia necessariamente anche la realtà di tutti gli altri.

Cioè una realtà imposta, se vogliamo. O meglio, una realtà che porrebbe anche la conciliazione come possibilità purché alle condizioni di uno dei due, non di entrambi.

La realtà è una ma ce ne è una per ognuno. Come si fa a convincere l’altro che la sua realtà è più reale della tua? Con l’ego. L’IO non ha bisogno di convincere, l’IO già sa.

E siccome è l’ego a voler prevalere sull’altro e se l’altro è ingaggiato a sua volta dall’ego, il conflitto si gioca in termini di ego ovvero di volontà di prevaricazione l’uno sull’altro, ciò in particolar modo quando le persone sono competitive di loro.

Ecco perché la realtà è che i tribunali sono pieni di aspre diatribe legali (frase di un geniale film: SMETTO QUANDO VOGLIO): occorre un elemento terzo, un giudice, che dia ragione a un ego e torto all’altro perché gli egoici non scendono a patti neanche a morire.

Chi promuove la battaglia? Quello che ha l’ego più accentuato. Da chi si fa seguire? Da coloro a cui conviene anche se non gli conviene poi così tanto.

La realtà è costantemente in cambiamento, è plasmabile, per così dire.

E come la si plasma? Col pensiero e con le idee delle persone.

Cioè quando ci si fa un’idea su una determinata cosa spesso quella viene tramutata in realtà, cioè nel mondo fisico.

Ma non è immediato il processo, ovviamente, altrimenti pensi a un uccellino e ti si para di fronte un bel fringuello cinguettante. A volte sappiamo che accade ma non è, diciamo, matematico.

Si tratta di esperienze di natura empirica ma non scientifica.

Il mondo semplicemente è. Ed è fatto di realtà oggettive, realtà soggettive, e tante, tantissime idee, alcune delle quali prenderanno sostanza fisica, molte altre no.

Ad ogni modo, quelle che vengono chiamate profezie auto avveranti sono idee inesistenti per le quali una persona è talmente convinta di quella idea che quella acquista forza incanalandola tramite le energie di persone simili che hanno pensieri simili e quella cosa rischia di avverarsi e alla fine magari si avvera anche.

Sono le cosiddette FORME-PENSIERO.

Ma la verità è che non è affatto detto si avveri. Quello che è detto è che di sicuro si avvera nella loro testa come convinzione, che sia vera o no, non importa. Perché è già stato deciso così. Come a dire che la condanna avvenga prima del processo.

MA c’è un ma. Fortunatamente siamo tutti dotati di libero arbitrio e ognuno ha la propria vita che non può essere in alcun modo sostituita da un altro per cui possiamo essere assoggettati alle idee altrui ma qualsiasi cosa accada, accade solo e soltanto se noi accettiamo che quella data cosa accada.

Conosco persone che parlano per bocca di terzi senza nemmeno aver testato l’argomento in prima persona e si fanno promotori senza neanche sapere di cosa stanno parlando. Assurdo, ma capita veramente.

Noi non possiamo forzare altri col pensiero a pensare a una determinata cosa e fargliela accadere. Le energie rispondono contro la persona che le emette, colei che ha generato la turbolenza.

Possiamo però (e non è una pratica sana, ambasciator non porta pena) influenzare personalità assoggettabili soltanto con la ripetizione, il convincimento e.. il fatto che la persona ricevente sia particolarmente interessata a farsi coinvolgere e infine convincere.

Di fatto, quindi, lo sparlare, la maldicenza sono conseguenze reali non solo di chi le promuove, ma di chi le accoglie non sentendo la cosiddetta “seconda campana” perché gli conviene così, perché ha già deciso, perché gli va, così. Non lasciando alcuno spazio di replica, così la persona bersaglio di questo non può che rimanere l’aguzzino deliberatamente descritto.

Se si pensa male di qualcuno, a quel qualcuno quella cosa non tange fintantoché non si fa tangere e comunque l’energia negativa ritorna al mittente sotto forma di fastidi di ogni tipo e genere. Ecco perché i calunniatori vivono male e danno la colpa agli altri. Non hanno capito che più gettano fango sugli altri più ne gettano contro se stessi. Eppure.. incredibile a dirsi , continuano a farlo e si lamentano pure quando gli torna indietro.

Perché gli torna indietro SEMPRE.

Grazie a Pastorizia Never Dies per la geniale interpretazione del MI HAI FATTO ARRABBIARE, CAPRA CAPRA!

Mi spiego meglio: la tipica frase “mi fai arrabbiare” ne è l’esempio. TU FAI ARRABBIARE ME significa che io ti sto dando il potere di agire e intervenire sulle mie emozioni in maniera negativa. Cioè, sono io che ti sto facendo entrare nella mia sfera emozionale personale, intima e privata e dico pure che è colpa tua. Ma sono io che te lo sto dando, quel potere!

Di fronte a ciò basta un sorriso, l’emozione è cosa mia, il pungolamento è cosa tua. Non cosa dell’altro; e decido io se mi va di farmi ingaggiare nello scontro, se per me è meglio o è meglio altro.

Mi rendo conto non sia così facile o automatico non rispondere ma è una cosa che si può imparare. Non siamo mica tutti monaci Zen o non tutti leggiamo i Racconti dei saggi del Giappone.

Ebbene, quando gli altri provano in tutti i modi a ingaggiarti alzando la voce, con calunnie, atteggiamenti istiganti, inimicanti, etc. etc. in realtà stanno dimostrando pietosamente di avere un problema. Cioè, loro. Il problema è loro.

Fanno di tutto per convincerti che il disagio sia tuo ma di fatto diventa tuo solo se glielo si consente.

Quindi?

SVILUPPARE, PROGETTARE, COSTRUIRE, SOGNARE, REALIZZARE.

Perché io amo fare questo e sono costantemente ingaggiato in questo. Non perdo tempo a guardare dove sbagliano gli altri ma ne guadagno moltissimo a osservare dove gli altri fanno bene e a riconoscerglielo perché tutti hanno bisogno di nutrimento, non di approvazione.

L’approvazione è un bisogno debole, il nutrimento è un bisogno sano.

L’uno alimenta l’insicurezza, l’altro la crescita.

Le persone non vedono la realtà per come è ma per come sono loro.

È dove si pone il focus che fa fare la differenza: se il focus è sul disagio, sulla disarmonia, sul denigrare.. le persone non stanno parlando di noi: stanno parlando di loro.

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Leonardo Aldegheri
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