Ogni volta che penso a quello che faccio in stagione il venerdì alla pausa pranzo a me sembra normale. Poi lo racconto e mi danno del pazzo. A me non pare proprio. Poi vedo questa foto e mi consolo tantissimo. Ma proprio tanto. Se uno degli imprenditori più ricchi del pianeta, uno degli uomini che ha contribuito maggiormente ad entrare ogni giorno nella vita di tutti noi con la sua aziendina – Google e lui è Sergey Brin che salta da un elicottero – e leggo più volte essere un malato di adrenalina come me, beh.. mi sento immensamente consolato 🙂
Sergey, grazie che ci sei. Non tanto per aver fondato e sviluppato Google. Ma perché sei una che salta dall’alto.
Sergey Brin is an adrenaline junkie. E che vorrà mai dire?
Andiamo al punto e cioè: cosa fa saltare una persona da un aereo senza che questa venga tacciata come pazza o irresponsabile o malata di emozioni forti?
Il venerdì in stagione, ti stavo dicendo, al posto di andare a mangiare come tutte le persone normali, mi reco in aeroporto, mi imbrago – cioè indosso il mio paracadute sulla schiena, aggancio il pettorale, stringo i cosciali, faccio tutti i controlli del caso e mi dirigo con i miei compagni verso il velivolo per uno o due decolli e poi torno in ufficio a lavorare.
Se sei preoccupato per il mio pranzo, tranquillo, mangio qualcosa in auto ma non è importante quanto lo è la sensazione di volare, l’immensa liberazione di essere in aria e la bellezza del volo, del salto, del lancio che inizia nell’hangar e termina con la compilazione del logbook dei lanci.
Meraviglia delle meraviglie!
Ma cosa avviene a livello psicologico? A livello inconscio?
Tutto bello quello che avviene fuori ma scendere a livello psicologico a vedere cosa avviene, aiuta a conoscerci meglio; e conoscere cosa avviene in profondità ci aiuta a lavorare meglio. Con noi stessi e con gli altri.
Ce lo dice il dott. Andrea Cirelli, Psicologo, Psicoterapeuta specializzato in Ipnositerapia e Psicoterapia Breve Strategica, autore del libro IL TUO CORPO TI DICE COME DIVENTARE FELICE (alla seconda ristampa in tre mesi – vedi video di seguito 🙂 ) e spesso intervistato da Fabio Volo al Volo del Mattino su Radio Deejay:
“L’energia emotiva, offerta volontariamente con i lanci, fa si che una parte arcaica di noi (l’inconscio, l’istinto) ci gratifichi. In altri termini, il lancio è una fornitura di energia emotiva positiva che va o a sostituirsi a quella negativa e uno la vive, oppure va a potenziare il rapporto con il proprio inconscio a cui poter chiedere di più. Amplificherei con spiegazione analogica e con quella di altre teorie la spiegazione psicologica del perché con i lanci si migliora”.
Insomma, se lo fa uno come Sergey Brin fondatore di Google, allora lo possono fare tutti gli altri, non è questione di essere malati di adrenalina e il fatto di lanciarsi, di saltare da un aereo ha di fatto qualcosa che ha a che fare con qualcosa di molto più profondo.
Ed è una questione estremamente naturale legata alla più naturale delle leggi della natura: non sopravvive il più forte ma chi si sa adattare meglio. E noi esseri umani abbiamo – tra gli altri – tre strumenti, tre prerogative che ci differenziano dalle altre specie:
1. la possibilità e la forza psicologica di non demordere grazie ad una psicologia robusta (che il paracadutismo e i lanci inevitabilmente sanno dare)
2. la speranza (demandata perlopiù ad agenti esterni)
3. l’opportunità di studiare ed acquisire competenze (gli animali procedono nell’evoluzione esclusivamente per prove ed errori salvo non disporre dei primi due punti. Anche noi procediamo per prove ed errori ma possiamo accelerare il tutto con lo studio, la formazione e l’esperienza)
Il sistema che tiene vivo e attivo tutto ciò e che conduce in definitiva alla nostra felicità e alla realizzazione che tanto alimenta la psiche umana è soggetto a sforzo, logorio e “sfiancamento” e se non sei abbastanza robusto e flessibile, ti perdi per strada. E questo accade alla maggior parte delle persone compresi gli imprenditori.
Non è affatto un caso che Sergey Brin pratichi attività sportive di alto livello.
E ci si può dotare degli strumenti utili, efficaci e necessari affinché non si smetta di provare a creare le condizioni per ottenere il risultato e non si smetta mai di trovare nuove soluzioni ai problemi di sé stessi, delle proprie aziende e delle persone continuando a motivarle e alimentarle di nuova energia e nuova e sana voglia di fare.
Senza questa attitudine, senza questo ancestrale slancio che permea l’agire e l’umano essere, in pratica, nulla sarebbe stato. L’uomo probabilmente camminerebbe ancora a quattro zampe e considero che mettere a disposizione strumenti tanto risolutivi possa supportare bene, molto bene, il processo evolutivo che poi per la nostra epoca si esplica in termini di competitività.
Ma cosa c’entra il paracadutismo con gli imprenditori e la competitività?
Cosa c’entra la leadership con il paracadutismo?
Ora iniziamo a parlare veramente di salti.
Ho fin da subito concepito il paracadutismo come il corso di formazione per eccellenza, il corso regale, il corso dei corsi, il corso numero uno per potenza di acquisizione di consapevolezza, di abilità in una condizione estrema, di governo delle emozioni, di vincere sistematicamente la paura.
E mi sono sempre detto che quando sei un uomo capace di affrontare tutto questo a 4000 metri di altezza, bene, a terra, al livello del mare, sei necessariamente un uomo migliore.
Sei più competitivo perché il paracadutismo è uno strumento:
- inevitabilmente,
- indiscutibilmente,
- assolutamente,
- totalmente competitivo.
Ed è il sinonimo diretto di spiccare –> che è emergere.
Come differenziarti in un mondo sempre più ad elevata competitività?
Come emergere e smetterla una volta per tutte di essere recepito come una COMMODITY cioé di essere facilmente sostituibile?
Un momento, cos’è una commodity?
Una commodity è qualsiasi cosa sia facilmente reperita come alternativa: lo sei nel mercato del lavoro, lo sei nel business, lo sei come persona, come azienda, come collaboratore. Sei l’alternativa di qualcun altro più commodity di te e qualcun altro sarà la tua alternativa. Esattamente come andare a fare benzina alla Esso o alla Shell perché conta lo zero virgola finale.
È tristissimo, lo so, e credimi, lo dicono in tanti esperti, Marco Montemagno ma anche Alfio Bardolla, professori di Harvard e imprenditori della Silicon Valley (guarda caso anche Sergey Brin): si sta andando sempre più verso quella direzione. Guardati il video di Montemagno sulla progressiva algoritmizzazione delle procedure che andranno a sostituire sempre più l’intervento umano. L’automazione spazzerà via milioni di posti di lavoro e non sarà fra molto: c’è che dice tra 10 e c’è chi dice entro 5 anni.
Emergere, saltare, spiccare ha molto, MOLTO a che fare (non dico col risolvere ma..) col guardare il progresso da un punto di vista diverso e non da subirlo ma da cavalcarlo perché la tua psicologia cambia. CAMBIA eccome.
Se non sai dire la tua differenza tra un elemento A e un altro elemento B – ebbene, sei una commodity. Fai qualcosa per non esserlo MAI più.
Non sono certo io a dare le soluzioni ai problemi del mondo ma forse, saltando da qualche anno, un’intuizione mi è venuta anche considerando gli enormi progressi tatuati sulla mia pellaccia:
-
aspirare al salto di qualità AIUTA.
Pensa all’utilità per la tua azienda. Ma di questo te ne parlo nel report che sto finendo di preparare per la nuova stagione 2017 🙂
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